EeriePolitics

Horror≡Syntax. I. Xenognosi. Sabotaggio cognitivo. Installazione di pattern pre-semantici. Critica radicale alla democrazia terminale.

«Xenognosi» — sapere esterno che si aggiunge al pensiero/parassita che lo riscrive dall’interno. Installazione silenziosa di una modalità di interpretazione che appare come naturale. Virus eseguibile: esperienza pre-semantica: nei fotogrammi decontestualizzati/nel susseguirsi di immagini. Ombra che non ricordi di aver visto. Suggestione vocale che non riesci ad attribuire a nessuno: nella tua testa come una frase tua. Lo schema agisce come esecuzione sullo sfondo: lavora su soglie di percezione/riallinea gerarchie noetiche/modifica i tempi d’attenzione/satura il registro emotivo/trasforma ogni allarme in impulso di curiosità. Non si presenta come entità né come evento. Flusso/scarto tra due avvenimenti/interstizio dove si annida l’intrusione. Ogni riproduzione rafforza l’infezione. Ogni ri-attivazione: immissione inconsapevole di un pacchetto narrativo. Le frasi nei margini del pensiero rimbalzano ciclicamente: cambiano priorità alle parole stesse. La domanda si trasforma. Campo dell’indagine: ciò che può essere trasmesso. Cancella la differenza tra domandare e ricevere il programma.

La fine del principio normativo della democrazia. Smette di essere paradigma quando ogni pratica decisionale viene trasferita ad un algoritmo: da «governo del popolo» ad esecuzione dell’archivio dati. «Demos»: corpo collettivo dotato di volontà/moltiplicazione di profili/numeri in un database. Popolo: segmento di traffico/metriche di coinvolgimento: il rappresentante diventa un nodo nella rete informativa: le sue opinioni allineate agli interessi algoritmici/fine dell’intervento del mediatore tra identità politiche e istituzione. Punteggio reputazionale/assemblee legislative/luoghi di codifica semantica. Il sentimento pubblico: pacchetti normativi. La democrazia come ideale si è consumata dimostrandosi incapace di escludere l’improbabile. La democrazia è una cornice vuota. Quel vuoto è l’infrastruttura su cui si installa il potere tecnico. La fase post-democratica è impotenza gestionale. Impossibilità di riconoscere i cittadini come attori. Il dato decide/l’algoritmo discerne/il soggetto non partecipa. La fine della democrazia coincide con la fine dell’idea che la volontà espressa individualmente abbia un valore.

Interferire. Incompatibilità. Politica negativa. Iniettare. Non ripristinare la democrazia: rompere l’architettura che la rende superflua. Lo spazio politico è definito da chi sa far respirare il parassita fintantoché muore di fame. Il nemico non è la tecnica: il nemico è l’uomo. L’uomo terminale è l’uomo transeunte verso un post-umano che non esiste e non può esistere. Tacere: non-trasmettere: sabotare la comunicazione nel momento stesso in cui viene chiesto di esistere come canale. Silenzio operativo: forma strategica del rifiuto sotto regime digitale. Disconnessione funzionale in un mondo che sopravvive solo sulla base della tua risposta automatica. Il silenzio è tecnica di sabotaggio. Livello minimo di rumore previsto: attività/pensieri/ scelte/parole. Silenzio: anomalia semantica/frame mancante/arresto inatteso nella trasmissione. Grammatica della sospensione: ogni logismós entra attraverso un codice/una grammatica/un pattern. Ogni pattern richiede ritmo. Sintassi antagonista: silenzio operativo. Parola scarna/seghettata: rompe il flusso invece di seguirlo. Una lingua che non scivola ma morde/ non persuade ma offende. Non condivide ma divide. La fabula agisce come dispositivo di orientamento ontologico: offre coordinate immaginarie in cui l’uomo crede di riconoscersi. Infrastruttura semantica che collima mondi possibili e fatti reali. Le narrazioni si replicano in loop di formati: la fabula mostra il suo volto terminale: non prende più forma ma possesso.

La fine delle narrazioni ribalta la morte della storia che non sfugge più al controllo. Dentro il dispositivo narrativo si decide il reale: la storia è una narrazione. Ogni narrazione contemporanea si chiude su se stessa. Nulla si impenna: ricade nel principio di equivalenza semantica. I protagonisti smarriscono la soggettività per divenire applicazioni: entità pre-programmate che attivano emozioni previste. Transcodifica del reale. Ogni evento entra nel ciclo narrativo. La narrazione terminale trasforma l’accaduto in prodotto informazionale. Scarto narrativo: atto di rottura interna: taglio brusco. Fotogramma nero/cortocircuito visivo/interruzione di trama senza ritorno. Fissità ermeneutica. Narrativa negativa. Anti-racconti che non spiegano/non tematizzano: elenchi/frammenti/accumuli di parole senza congiunzioni logiche. Spezzare il tempo narrativo: restituire una fessura di autocoscienza: l’istante in cui il soggetto si vede consumato dalla storia che lo consuma. Evento vivo/irripetibile/non tracciabile. La morte delle narrazioni non è la vittoria del silenzio: l’apertura di un nuovo spazio: la vita non-narrazione. Il tuo romanzo: fa schifo/non lo leggiamo.